Si può rottamare o vendere un’auto con fermo amministrativo?

Ultimo aggiornamento: 19.04.24

 

Vediamo insieme che cos’è e cosa comporta il fermo amministrativo di un un autoveicolo, quali sono le restrizioni e soprattutto quali sono i rischi in caso di infrazione.

 

Il fermo amministrativo auto non è altro che un atto formale messo in essere nei confronti di un contribuente insolvente da parte dell’Agenzia delle Entrate o di un’agenzia di riscossione privata, come per esempio la vecchia Equitalia; si tratta quindi di una misura attuata nei confronti delle persone che non hanno pagato un debito con l’Erario.

Di solito il fermo amministrativo viene applicato all’automobile perché è un bene di valore consistente, e in quanto tale garanzia di recupero in parte o in toto della somma dovuta; le agenzie di riscossione però, a cominciare proprio da Equitalia, negli ultimi anni hanno attuato uno strapotere applicando il fermo amministrativo in maniera indiscriminata anche per i debiti di poche centinaia di euro.

Questa situazione spinosa portò alla clamorosa sentenza 241/17/2012 emessa dai Giudici Tributari di Napoli contro Equitalia; nella sentenza i giudici dichiararono nulli e illegittimi sia il fermo amministrativo sull’auto sia l’ipoteca nel caso in cui i debiti reclamati da Equitalia, o altre agenzie di riscossione, fossero stati inferiori agli 8.000 euro.

La sentenza di Napoli trovò conferma due anni dopo, nel 2014, con una nuova sentenza della Commissione Tributaria di Firenze, la quale stabilì l’illegittimità del fermo amministrativo Equitalia o di altra agenzia di riscossione qualora risultasse sproporzionato rispetto al debito da pagare all’Erario.

Ciò nonostante non esistono normative che regolano l’applicazione del fermo amministrativo, ma soltanto sentenze che ne possono dichiarare l’illegittimità in determinate circostanze; di conseguenza, dati i numerosi ricorsi, le agenzie di riscossione hanno acquisito un modus operandi che tiene conto di questo tipo di problematica e hanno introdotto in maniera autonoma delle limitazioni all’attuazione di questa misura.

Anche se Equitalia non esiste più infatti, questa ha comunque lasciato in eredità tutte le cartelle esattoriali insolute all’Agenzia delle Entrate, la quale provvederà alla loro riscossione in prima persona oppure avvalendosi di altre agenzie.

È impossibile, quindi, che venga applicato il fermo amministrativo sotto 800 euro di importo dovuto; inoltre il fermo amministrativo è illegittimo sotto i 2.000 euro se questo non viene preceduto da almeno due solleciti di pagamento.

 

Cosa comporta il fermo amministrativo del veicolo

Il veicolo sottoposto a fermo viene letteralmente “congelato” fino al recupero completo del credito; la macchina viene quindi sottoposta a un blocco temporaneo che ne impedisce la circolazione e perfino il parcheggio su suolo pubblico, di conseguenza questa misura è particolarmente penalizzante per coloro che non dispongono di un garage o di uno spazio privato dove poter parcheggiare l’auto.

L’automobile non può essere nemmeno radiata, rottamata o esportata, anche se è possibile continuare a dedicarsi alla cura auto eseguendo la necessaria manutenzione; inoltre può essere venduta, a patto però di informare prima l’acquirente della situazione e del blocco amministrativo a cui è sottoposto il veicolo.

Chi invece viola la norma circolando su un’auto con fermo amministrativo rischia sanzioni pesantissime; la circolazione con veicolo sottoposto a fermo fiscale, infatti, è punibile con multe estremamente salate, da un minimo di 1.988 euro fino a un massimo di 7.953 euro. È prevista anche l’eventuale confisca del mezzo, la cui proprietà passerebbe direttamente al creditore sia esso l’Agenzia delle Entrate o altro ente.

Nel caso in cui l’auto sottoposta a fermo dovesse circolare e provocare un incidente stradale, poi, l’assicurazione può rifiutarsi tranquillamente di pagare i danni, ragion per cui le relative spese ricadrebbero interamente sul proprietario dell’automobile aggravando ulteriormente la sua situazione economica.

Se ci si trova ad avere un’automobile sottoposta al fermo fiscale, quindi, è meglio mettersi l’animo in pace, lavarla bene, dare una passata di igienizzante auto in modo da preservare gli interni e poi chiuderla in garage per tutto il tempo necessario a estinguere il debito e avviare la pratica della richiesta di annullamento del fermo.

 

Quali veicoli sono soggetti al fermo amministrativo

A partire dal 2018 il fermo amministrativo è stato esteso anche alle auto aziendali, che prima erano escluse; di conseguenza sono sempre meno le categorie di autoveicoli a essere immuni da questa misura.

L’unica zona grigia riguarda le auto cointestate, cioè quelle la cui proprietà è condivisa tra più persone; essendo l’automobile un bene indivisibile, infatti, anche quelle cointestate possono essere sottoposte al fermo amministrativo se uno dei comproprietari ha un debito con l’Erario. Dal momento che quest’ultimo non può colpire gli altri comproprietari che invece non hanno debiti, però, l’atto del fermo può essere impugnato davanti a un Giudice di Pace competente allo scopo di ottenere il suo annullamento.

A seconda dell’entità del debito, inoltre, il fermo amministrativo può essere applicato anche a più veicoli. Se il contribuente deve saldare una cifra compresa tra gli 800 e i 2.000 euro, per esempio, il fermo amministrativo può essere applicato a un solo veicolo, se l’importo del debito va da 2.000 a 10.000 euro, il fermo può interessare fino a 10 veicoli, mentre se supera i 10.000 euro allora viene applicato a tutti i veicoli di proprietà del debitore.

La cancellazione del fermo amministrativo

Il fermo fiscale sull’auto può essere rimosso solo ed esclusivamente dopo aver estinto il debito con l’Erario.

Una volta pagata la somma dovuta bisogna presentarsi al più vicino ufficio provinciale del Pubblico Registro Automobilistico muniti del provvedimento di revoca in originale e del certificato di proprietà del veicolo con nota di richiesta sul retro; nel caso in cui la nota di richiesta non sia riportata, bisognerà presentare anche il modulo NP-3.

Bisogna inoltre pagare un’imposta di bollo di 32 euro se viene presentato il certificato di proprietà con la nota di richiesta di cancellazione del fermo amministrativo compilata sul retro, oppure di 48 euro se invece viene redatta sul modulo NP-3.

La cancellazione può essere eseguita gratuitamente solo in due casi: quando il fermo amministrativo è stato iscritto per errore oppure se la vettura sottoposta all’atto è stata venduta e la trascrizione del passaggio di proprietà risulta anteriore all’iscrizione del fermo.

 

 

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